" Non so se sono stata donna, non so se sono stata spirito, son stata amore"
Testo e foto Anna Ascione
Sibilla Aleramo ( immagine google) |
Caro amore mi accetti o no come tuo modesto compagno per sempre? Sono stanco di quassù e di tutto quello che non è te.
Io non voglio vivere se non per te. Se accetti bene. Se no ci vedremo una volta e poi addio. Fai i tuoi calcoli tenendo conto anche del tuo cuore.
Amore mio rispondi anzi vieni. Se vuoi vedere i tuoi amici ti accompagno.
Ormai ti amo interamente con la tua vita.
Per sempre
tuo Dino
È vero che vuoi ch’io ritorni? Come
una bambina di dieci anni. È vero che mi aspetti? Rivedere la luce d’oro
che ti ride sul volto. Tacere insieme, tanto, stesi al sole d’autunno.
Ho paura di morire prima. Dino, Dino! Ti amo. Ho visto i miei occhi
stamane, c’è tutto il cupo bagliore del miracolo. Non so, ho paura. È
vero che m’hai detto amore! Non hai bisogno di me. Eppure la gioia è
cosi forte. Non posso scriverti. Verrò il 19. dovunque. Il 14 resterò
qui; a Firenze andrò poi per un giorno. Son tua. Sono felice. Tremo per
te, ma di me son sicura. E poi non è vero, son sicura anche di te,
vivremo, siamo belli. Dimmi. Io non posso più dormire, ma tu hai la mia
sciarpa azzurra, ti aiuta a portare i tuoi sogni? Scrivimi.”
In un momento
sono sfiorite le rose
i petali caduti
perché io non potevo dimenticare le rose
le cercavamo insieme
abbiamo trovato delle rose
erano le sue rose erano le mie rose
questo viaggio chiamavamo amore
col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
che brillavano un momento al sole del mattino
le abbiamo sfiorate sotto il sole tra i rovi
le rose che non erano le nostre rose
le mie rose le sue rose.
Dino Campana
Ogni poeta è postumo. Per questo gli è difficilissimo vivere. L'opera
sua lo detesta, vuole sbarazzarsi di lui, vivere sola, a suo modo.
Se egli si pone in primo piano, è abbandonato dalle sue voci.
Questi grandi amori meritano di essere ricordati, guardati, ammirati, perche sono stati capaci di vivere la vita con un unico desiderio " l'amore" Sibilla Aleramo, una donna discussa alla quale le sono stati attribuiti schiere di amanti e che si è servita della scrittura per affermare una vita libera:
VUOI CHIAMARMI GIOIA
di Sibilla Aleramo
Vuoi chiamarmi Gioia
poi che non sai il mio nome
E io ti rispondo come ti rispose quel fanciullo
a cui lodasti i lucenti occhi
laggiù nel paese caldo e colorato,
laggiù nel paese caldo e colorato,
ti rispondo che sei tù ad avere nel forte cuore
la virtù della gioia,
tù ad investire il cuore mio.
Tanto sei forte o signore
che di me cogli solo ciò che t’incanta
e mi ravvivi il sorriso,
e fai che a me stessa più non importi il mio nome
il mio nome che non è Gioia,
fai che ogni oscura imminenza della mia sorte
io alteramente allontani.
- per un attimo?-
e a fine del tuo il mio sorriso ravvivi.
Ravvivi il mio canto
ed è come se laggiù chiusa nella tua mano,
tu mi portassi, nel paese caldo e colorato,
in un avvampante aurora,
là dove ogni cosa si chiama Gioia
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