venerdì 31 ottobre 2014

La foto della Cappella Sistina illuminata con 7000 punti luce.

La nuova Cappella Sistina


La  cappella Sistina dipinta da Michelangelo ha una nuova illuminazione e aria condizionata. La nuova luce permette di ammirare la cappella in modo uniforme, con l'illuminazione installata da Osram con 7000  punti luce basate su lampade a Led che permetteranno anche un risparmio energetico e la metà del calore di prima, impedendo il deterioramento degli affreschi come stava accadendo. La UE ha finanziato una parte dei lavori con 3 milioni di euro i lavori.

Allego una immagine della Nuova Cappella Sistina..
Il soffitto della cappella Sistina con la nuova illuminazione di 7000 punti luce.

giovedì 30 ottobre 2014

Fotografare con poca luce, si possono creare immagini spettacolari

Varese di sera

Fotografare con poca luce...
Quando c'è poca luce si possono creare fotografie suggestive e spettacolari, di notte o in un interno scuro, ma dobbiamo  abbandonare l'idea che sia impossibile realizzare una fotografia se la luce non è forte e uniforme.In questo caso si può approfittare del modo con cui la luce semplifica l'immagine e  riesce  a creare un profilo netto per scattare una fotografia, e un  misterioso alone intorno al soggetto.Per soggetti che richiedono una esposizione lunga, sarà necessario un cavalletto o trovare un sostegno dove tenere la camera ben ferma con le mani. Ricordatevi anche di impostare una sensibilità alta. La notte ha il suo fascino le sua magia, l'importante è cercarvi dentro quelle immagini valorizzate dalla luce.Non bisogna mai dimenticare che fotografare vuol dire scrivere con la luce e che la fotografia è sperimentazione .

Pubblicato da Anna Ascione-diritti riservati

Las Vegas di notte
riflessi sul lago
Il sole nasce sul Monte Rosa

Las Vegas di notte
Varese vista lago
Nuvola Gialla
la sera nel parco





Temporale sulla catena del Monte rosa, visto da Varese
temporale sul Monte rosa

venerdì 24 ottobre 2014

la foto dell'albero da cui nacque l'ultima opera di William Congdon, la sua casa e il suo ricordo.

La fotografia dell'albero da cui trasse la sua ultima opera William Congdon.

Voglio iniziare a parlare di William Congdon e dell'amicizia che mi ha legata a lui, dalla fine. Da quell'albero e dai suoi ultimi quadri. Bill mi raccontava  che i suoi crocefissi nascevano guardando i tronchi di alberi , ed è riuscito a trasmettermi  questo amore per  l'albero, che ripeto spesso nelle mie foto. Poco dopo la  morte  di Bill, il nostro amico comune  Paolo,  mi diede le chiavi e mi  chiese di andare a fotografare la sua casa vuota e quell'albero che ispirò Bill, per i suoi ultimi quadri. Paolo, mi raccontò della breve passeggiata di  Bill malato e sulla carrozzina con un monaco che gli abitava accanto di nome  Angelo e che gli faceva compagnia in quell'ultimo pezzo della vita.  Bill da decenni e dopo una vita a zonzo per il mondo, si era rifugiato per condurre  una vita  monacale accanto   ad un convento di monaci conosciuti come la Cascinazza, nella bassa milanese. Dopo quel giretto  con Angelo,Bill tornò a casa entusiasta e iniziò a dipingere,  trasformando due semplici alberi in una opera d'arte. La grandezza di Congdon è nella profondità del suo sguardo, nella sua capacità di trarre un'opera d'arte anche  da  quei luoghi  che lui definiva "il cesso del mondo". Quella  bassa milanese, terra piatta, dove di inverno si copre di nebbia e d'estate è afosa e si riempie di zanzare. Ma  è proprio  da  quella  terra  che  offre cosi poco  all'occhio di un  artista, lui è riuscito a regalarci delle bellissime opere d'arte, con la sua capacità di vedere l'invisibile e il senso delle cose, come mi spiegò  un pomeriggio durante una passeggiata, raccogliendo e  stringendo fra le mani un po di quella terra appena arata.Tornando a quel quel giorno mentre ero sola nella sua casa e guardavo le sue ultime opere,  avvertivo   la sua presenza e ricordavo  le sue parole  fra uno scatto l'altro,  pensai al mistero della vita e al  destino di questo americano che era stato condotto dalla vita  a morire in questo buco del mondo che mai avrebbe scelto per se, ma è proprio qui  si era fermato perché aveva trovato il senso della sua vita e della sua morte.  Grato,  a questa esperienza,  ci ha regalato la sua arte, esprimendoci che  la vera  bellezza è lo splendore del vero.E mentre fissavo la finestra vuota, lo rivedevo con   quel suo sguardo che fissava oltre ,  seduto al  suo piccolo tavolino con le matite fra le mani,  mentre disegnava i suoi schizzi per far nascere quei quadri che  amava definire " figli". Un figlio  era rimasto li sul cavalletto, e mi chiesi  perchè  non era stato inserito con gli altri nel piccolo corridoio  dove Bill esponeva quelli definitivi, fra la stanza in cui dormiva e scriveva e il suo studio? Forse Bill non è riuscito a finirlo, o forse era  rimasto in sospeso nel tempo della vita ?Ringrazio Bill perchè mi ha fatto capire che ogni immagine deve portare più in la... In un altro post,  illustrerò la sua casa,perchè rimane una documentazione rara, visto che non esiste più, cosi ci potete entrare un po anche voi e avvicinarvi   di più a questo grande artista, che merita di essere conosciuto. .Allego il link della sua fondazione dove ci sono tutte le informazioni su chi era ed è stato William Congdon qui  Dal 15 giugno del 2014  Venezia in piazza San Marco15 è esposto a  la Peggy Guggenheim Collection di Venezia  in modo permanente questo  dipinto di William Congdon.
Pubblicato da Anna Ascione-diritti riservati.
William Congdon nel suo studio nella bassa milenese
Gli alberi da cui William Congdon ha tratto ispirazione degli ultimi suoi quadri


Lo studio di William Congdon come è rimasto dopo la sua morte.

Lo studio di William Congdon dopo la sua morte
Lo studio di William Congdon dopo la sua morte
L'album degli ultimi disegni di William Congdon fotografato dopo la sua morte
In alto gli ultimi quadri di William Congdon dopo la sua morte.
Il giorno del compleanno di William Congdon

mercoledì 22 ottobre 2014

Papa Giovanni Paolo II fra poesia e carezza, il volto di un santo.(foto)

Fotografando Giovanni Paolo....

Oggi la chiesa ricorda San Giovanni Paolo II, e cosi mi sono persa fra foto e ricordi e mi è venuta voglia di raccontare. In particolare quando rincorsi il papa in Svizzera, da Lugano a Berna e poi via verso Friburgo con la mia 127 blu, mentre sulla mia testa sentivo il rumore del suo elicottero. E' stata una corsa contro il tempo, ero piena di entusiasmo, ed emozionata, con un grandissimo senso di libertà che mi guidava in quegli anni verso quel papa cosi affascinante.
L'esperienza svizzera, sopratutto all'università di Friburgo fu speciale, perchè  il papa si fermò alcuni momenti fuori con gli studenti ed era cosi vicino a noi, che quasi lo potevamo toccare. Mentre altrove come Ravenna, Milano, Bergamo, noi fotografi aveva una postazione chiusa, ingabbiata, e guardati a vista da polizia e servizio d'ordine. Ma è proprio in quella gabbia a Ravenna che papa Giovanni Paolo II mi fece un regalo bellissimo, perchè si avvicinò e guardandomi negli occhi mi diede una carezza, lo fece solo con me, mentre i miei colleghi gli tendevano la mano lui soffermò il suo sguardo su di me.Ancora oggi, quando ci ripenso, sono scossa da una profonda meraviglia.Non ho foto di quell'attimo, perchè quella visita inaspettata, quel regalo del papa ci ha cosi emozionato che per un attimo le macchine fotografiche hanno smesso di scattare.

Allego due bellissime poesie del giovane Karol e alcune immagini scattate da me.


Papa Giovanni Paolo II a Lugano

Papa Giovanni Paolo II a Milano con card Martini e madre Teresa
Papa Giovanni Paolo II a Friburgo
Papa Giovanni Paolo II a Milano
 4
 Quando la tristezza e sera si confondono
-hanno lo stesso colore-
formano insieme uno strano liquore,
e timorosamente alle mie labbra l'accosto.
  
Giovanni Paolo II a Varese

   Così, per non lasciarmi solo
  in quell'ansia,spogliasti
il crepuscolo d'ogni suo orrore,
ed all'eternità desti il sapore del pane.

Quando dall'infinito facesti emergere il tempo per
appoggiarlo all'altra riva,
Tu già sentivi il mio lontano pianto,
ne sapevi da secoli il motivo.

        Sapevi che la nostalgia
     di chi una volta ha bevuto il Tuo sguardo
     non si placa per un solare incanto,
     ma si arrossa di sangue, come trafitta da spine.

  5
  Se il cosmo è un ramo pesante di foglie
  ed avvolto dall'irraggiare dei soli,
  e se lo sguardo è un quieto abisso
  recato sulla palma aperta
  allora anche se tremano e cadono le foglie
 rispecchiate dalla vicina profondità,
 il quiesto abisso sempre fissa
 Te-Nascosto

Karol Wojtyla (san Giovanni Paolo II ) da Canto del sole inesauribile

Karol pubblicò queste composizioni letterarie con lo pseudonimo di Andrzej Jawien'.Il futuro papa santo san Giovanni Paolo II osserva l'umano nel suo realismo con il  suo bisogno di dare senso alla  esistenza dove la fede diventa una  domanda  certa di risposta.

Pubblicato da Anna Ascione. diritti riservati


martedì 14 ottobre 2014

Fotografia:Il monte Tabor e la basilica della Trasfigurazione di Gesù


Il monte Tabor e la basilica della trasfigurazione di Gesù.

Sul monte Gesù porta i suoi discepoli, Pietro, Giovanni e Giacomo e li si trasfigura.Gesù  manifesta la sua gloria mentre  si prepara a salire verso Gerusalemme dove dovrà affrontare  la sua passione e la sua morte.


Confesso, che ripercorrere le strade i luoghi dove  ha camminato Gesù, ed è iniziata la storia del cristianesimo, che ha visto miliardi di persone prima di me  andare in pellegrinaggio per toccare i luoghi dove  tutto è iniziato è emozionante e ti avvicina moltissimo al Mistero che ha investito il mondo 2000 anni fa, quando "il verbo si fece carne."

Il vangelo parla di una" alta montagna  della Galilea,"dove Gesù si trasfigura e non precisa quale sia, nella lettera a Pietro  la qualifica come "la santa montagna" Il primo a indicarlo nel Tabor è san Cirillo da Gerusalemme nel 347 d.C.nelle sue catechesi ai battezzanti.Su quel monte furono costruite tre chiese, in memoria delle tre tende che Pietro voleva fare, per Gesù, Mosè ed Elia, dove i monaci vegliavano a turno, giorno e notte in preghiera.
La basilica è stata progettata e costruita nel 1924, ricalca le tracce delle costruzioni che l'hanno preceduta.La basilica ha tre navate  sotto l'abside, la cripta a ricordo della trasfigurazione di Gesù. L'altare è quello rinvenuto dagli scavi, il tracciato della chiesa crociata.I mosaici rappresentano la nascita, l'eucarestia, la passione-morte e la resurrezione. Sopra l'altare maggiore c'è il mosaico della trasfigurazione.Vi propongo alcune fotografie fatte da me.
Pubblicato da Anna Ascione-diritti riservati
Dal Monte Tabor
Basilica della Trasfigurazione 
Fotografia:entrata alla Basilica della Trasfigurazione del Monte Tabor
Entrata alla Basilica della Trasfigurazione del Monte Tabor
Interno della basilica della Trasfigurazione del monte Tabor
Interno della basilica della Trasfigurazione del monte Tabor
Mosaico degli Angeli basilica della Trasfigurazione Monte Tabor
Interno della basilica della Trasfigurazione del monte Tabor

giovedì 2 ottobre 2014

fotografia bianco e nero : il volto stupito del bambino polacco

Fotografia in bianco e nero del bambino polacco

"Il bambino polacco" è una fotografia a cui sono particolarmente affezionata, l'ho scattata nel 1977, nella bellissima campagna polacca, cosi piena di luce e immensa.Mentre giravo fra quelle povere case dei contadini in  quella Polonia ancora sottomessa al regime comunista.Lo vidi fuori dalla porta di  casa seduto per terra che mi guardava stupito e con una domanda stampata sul viso.Semplice e  bellissimo, con il suo piccolo cappellino bianco, pulito, con la sua giacca  a quadretti.Gli rubai questa foto che  da allora,  mi si è stampata nel cuore. E cosi quel viaggio è continuato nel mio cuore anche attraverso il volto stupito di un bambino, che vale più di mille parole e ti fa ritornare un po bambina...
Vi propongo la mia fotografia
Pubblicato da Anna Ascione-diritti riservati
Il bambino polacco

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