mercoledì 19 novembre 2014

Eugene Ionesco, incontro indimenticabile

 Eugene Ionesco :scrivo per ritrovare il meraviglioso della mia infanzia

Ha uno sguardo simpatico  pensai di lui mentre lo guardavo uscire   dal suo albergo a Rimini, quel grande scrittore  era proprio li davanti a me,  Eugene Ionesco, scendeva le scale  e camminava incerto appoggiandosi   ad un bastone,con un viso aperto e gioioso, sotto  il suo berretto da marinaio, lo assalii con  la mia macchina fotografica e  il drammaturgo francese mi sorrise divertito,  concedendomi qualche   minuto.  Cosi la sua immagine è diventata mia e mi concesse di riprenderlo  fuori dalla mischia del Meeting di Rimini, dove avrebbe tenuto una relazione con due geni del teatro francese, la signora Madaleine Raunaud e Jean-Lous Barraut dal titolo"il bambino,  il paradiso e il teatro".
Jonesco è stato tra i massimi esponenti della letteratura contemporanea.

Ricordo alcune delle sue parole: " scrivo per ritrovare il  meraviglioso della mia infanzia" quella gioia al di là del dramma, la freschezza al di là della durezza,dove tutto era fresco e puro. Tutte le sue opere hanno dentro questa nostalgia :" io cerco un tesoro caduto nell'oceano, perduto nella tragedia della storia...questa luce si trova al confine di un assoluto che prima perdo e poi ritrovo.
Ionesco è stato un uomo pieno di domande, ha dedicato la sua vita a cercare risposte, per questo è diventato un grande, un maestro.
Eugene Ionesco Rimini 1988
Eugene Ionesco Rimini 1988

Eugene Ionesco Rimini 1988
Eugene Ionesco Rimini 1988
Eugene Ionesco Rimini 1988
Eugene Ionesco Rimini 1988
Eugene Ionesco Rimini 1988
Eugene Ionesco Rimini 1988

"Ma si è veramente sinceri quando non si è nello stesso tempo originale e universali? E' poi cosi facile essere sincero? La sincerità è profonda, ed è in se stessi che si trova l'originalità della propria sincerità, non negli altri. Tuttavia, essa deve essere riconosciuta dagli altri che si identificano in essa. L'opera d'arte non può essere nè espressione di un caso troppo particolare, nè di una ripetizione, nè una imitazione. Questa è la sua legge paradossale, questo è il paradosso del criterio artistico. Soltanto in noi stessi si trova quello che è profondamente personale e quello che è universale."

Concluse con queste parole il suo intervento a Rimini Eugene Jonesco nel 1988.

Pubblicato da Anna Ascione-diritti riservati

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