venerdì 24 ottobre 2014

la foto dell'albero da cui nacque l'ultima opera di William Congdon, la sua casa e il suo ricordo.

La fotografia dell'albero da cui trasse la sua ultima opera William Congdon.

Voglio iniziare a parlare di William Congdon e dell'amicizia che mi ha legata a lui, dalla fine. Da quell'albero e dai suoi ultimi quadri. Bill mi raccontava  che i suoi crocefissi nascevano guardando i tronchi di alberi , ed è riuscito a trasmettermi  questo amore per  l'albero, che ripeto spesso nelle mie foto. Poco dopo la  morte  di Bill, il nostro amico comune  Paolo,  mi diede le chiavi e mi  chiese di andare a fotografare la sua casa vuota e quell'albero che ispirò Bill, per i suoi ultimi quadri. Paolo, mi raccontò della breve passeggiata di  Bill malato e sulla carrozzina con un monaco che gli abitava accanto di nome  Angelo e che gli faceva compagnia in quell'ultimo pezzo della vita.  Bill da decenni e dopo una vita a zonzo per il mondo, si era rifugiato per condurre  una vita  monacale accanto   ad un convento di monaci conosciuti come la Cascinazza, nella bassa milanese. Dopo quel giretto  con Angelo,Bill tornò a casa entusiasta e iniziò a dipingere,  trasformando due semplici alberi in una opera d'arte. La grandezza di Congdon è nella profondità del suo sguardo, nella sua capacità di trarre un'opera d'arte anche  da  quei luoghi  che lui definiva "il cesso del mondo". Quella  bassa milanese, terra piatta, dove di inverno si copre di nebbia e d'estate è afosa e si riempie di zanzare. Ma  è proprio  da  quella  terra  che  offre cosi poco  all'occhio di un  artista, lui è riuscito a regalarci delle bellissime opere d'arte, con la sua capacità di vedere l'invisibile e il senso delle cose, come mi spiegò  un pomeriggio durante una passeggiata, raccogliendo e  stringendo fra le mani un po di quella terra appena arata.Tornando a quel quel giorno mentre ero sola nella sua casa e guardavo le sue ultime opere,  avvertivo   la sua presenza e ricordavo  le sue parole  fra uno scatto l'altro,  pensai al mistero della vita e al  destino di questo americano che era stato condotto dalla vita  a morire in questo buco del mondo che mai avrebbe scelto per se, ma è proprio qui  si era fermato perché aveva trovato il senso della sua vita e della sua morte.  Grato,  a questa esperienza,  ci ha regalato la sua arte, esprimendoci che  la vera  bellezza è lo splendore del vero.E mentre fissavo la finestra vuota, lo rivedevo con   quel suo sguardo che fissava oltre ,  seduto al  suo piccolo tavolino con le matite fra le mani,  mentre disegnava i suoi schizzi per far nascere quei quadri che  amava definire " figli". Un figlio  era rimasto li sul cavalletto, e mi chiesi  perchè  non era stato inserito con gli altri nel piccolo corridoio  dove Bill esponeva quelli definitivi, fra la stanza in cui dormiva e scriveva e il suo studio? Forse Bill non è riuscito a finirlo, o forse era  rimasto in sospeso nel tempo della vita ?Ringrazio Bill perchè mi ha fatto capire che ogni immagine deve portare più in la... In un altro post,  illustrerò la sua casa,perchè rimane una documentazione rara, visto che non esiste più, cosi ci potete entrare un po anche voi e avvicinarvi   di più a questo grande artista, che merita di essere conosciuto. .Allego il link della sua fondazione dove ci sono tutte le informazioni su chi era ed è stato William Congdon qui  Dal 15 giugno del 2014  Venezia in piazza San Marco15 è esposto a  la Peggy Guggenheim Collection di Venezia  in modo permanente questo  dipinto di William Congdon.
Pubblicato da Anna Ascione-diritti riservati.
William Congdon nel suo studio nella bassa milenese
Gli alberi da cui William Congdon ha tratto ispirazione degli ultimi suoi quadri


Lo studio di William Congdon come è rimasto dopo la sua morte.

Lo studio di William Congdon dopo la sua morte
Lo studio di William Congdon dopo la sua morte
L'album degli ultimi disegni di William Congdon fotografato dopo la sua morte
In alto gli ultimi quadri di William Congdon dopo la sua morte.
Il giorno del compleanno di William Congdon

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