La fotografia dell'albero da cui trasse la sua ultima opera William Congdon.
Voglio iniziare a parlare di William Congdon e dell'amicizia che mi ha legata a lui, dalla fine. Da quell'albero e dai suoi ultimi quadri. Bill mi raccontava che i suoi crocefissi nascevano guardando i tronchi di alberi , ed è riuscito a trasmettermi questo amore per l'albero, che ripeto spesso nelle mie foto. Poco dopo la morte di Bill, il nostro amico comune Paolo, mi diede le chiavi e mi chiese di andare a fotografare la sua casa vuota e quell'albero che ispirò Bill, per i suoi ultimi quadri. Paolo, mi raccontò della breve passeggiata di Bill malato e sulla carrozzina con un monaco che gli abitava accanto di nome Angelo e che gli faceva compagnia in quell'ultimo pezzo della vita. Bill da decenni e dopo una vita a zonzo per il mondo, si era rifugiato per condurre una vita monacale accanto ad un convento di monaci conosciuti come la Cascinazza, nella bassa milanese. Dopo quel giretto con Angelo,Bill tornò a casa entusiasta e iniziò a dipingere, trasformando due semplici alberi in una opera d'arte. La grandezza di Congdon è nella profondità del suo sguardo, nella sua capacità di trarre un'opera d'arte anche da quei luoghi che lui definiva "il cesso del mondo". Quella bassa milanese, terra piatta, dove di inverno si copre di nebbia e d'estate è afosa e si riempie di zanzare. Ma è proprio da quella terra che offre cosi poco all'occhio di un artista, lui è riuscito a regalarci delle bellissime opere d'arte, con la sua capacità di vedere l'invisibile e il senso delle cose, come mi spiegò un pomeriggio durante una passeggiata, raccogliendo e stringendo fra le mani un po di quella terra appena arata.Tornando a quel quel giorno mentre ero sola nella sua casa e guardavo le sue ultime opere, avvertivo la sua presenza e ricordavo le sue parole fra uno scatto l'altro, pensai al mistero della vita e al destino di questo americano che era stato condotto dalla vita a morire in questo buco del mondo che mai avrebbe scelto per se, ma è proprio qui si era fermato perché aveva trovato il senso della sua vita e della sua morte. Grato, a questa esperienza, ci ha regalato la sua arte, esprimendoci che la vera bellezza è lo splendore del vero.E mentre fissavo la finestra vuota, lo rivedevo con quel suo sguardo che fissava oltre , seduto al suo piccolo tavolino con le matite fra le mani, mentre disegnava i suoi schizzi per far nascere quei quadri che amava definire " figli". Un figlio era rimasto li sul cavalletto, e mi chiesi perchè non era stato inserito con gli altri nel piccolo corridoio dove Bill esponeva quelli definitivi, fra la stanza in cui dormiva e scriveva e il suo studio? Forse Bill non è riuscito a finirlo, o forse era rimasto in sospeso nel tempo della vita ?Ringrazio Bill perchè mi ha fatto capire che ogni immagine deve portare più in la... In un altro post, illustrerò la sua casa,perchè rimane una documentazione rara, visto che non esiste più, cosi ci potete entrare un po anche voi e avvicinarvi di più a questo grande artista, che merita di essere conosciuto. .Allego il link della sua fondazione dove ci sono tutte le informazioni su chi era ed è stato William Congdon
qui Dal 15 giugno del 2014 Venezia in piazza San Marco15 è esposto a la Peggy Guggenheim Collection di Venezia in modo permanente questo dipinto di William Congdon.
Pubblicato da Anna Ascione-diritti riservati.
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William Congdon nel suo studio nella bassa milenese |
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Gli alberi da cui William Congdon ha tratto ispirazione degli ultimi suoi quadri |
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Lo studio di William Congdon come è rimasto dopo la sua morte. |
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Lo studio di William Congdon dopo la sua morte |
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Lo studio di William Congdon dopo la sua morte |
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L'album degli ultimi disegni di William Congdon fotografato dopo la sua morte |
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In alto gli ultimi quadri di William Congdon dopo la sua morte. |
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Il giorno del compleanno di William Congdon |