giovedì 27 novembre 2014

Nel quadro il funerale di Atala di Girodet la morte è sorretta dall'amore

Il funerali di Atala e  il compimento del destino


Il funerale di Atala di Anne-Louis Girodet De Roussy Trioson 1808 Louvre


Sulla parete rocciosa del quadro c'è scritto un passo del libro di Giobbe :" Mi sono appassito come un fiore, mi sono seccato come l'erba dei campi"

Il dipinto è ispirato ad un romanzo di successo ( Chateaubrians, Atala o gli amori di due selvaggi nel deserto) è ambientato in un cimitero e si svolge nell'America del seicento.

Un vecchio eremita ( padre Aubry) tiene per le spalle Atala e vuol condurla verso il riposo eterno, mentre l'amante  l'indiano disperato ( Chactas) la trattiene e la stringe a se.

Sullo sfondo una luce passa attraverso la croce e illumina il piccolo crocefisso che Atala stringe fra le mani.
Lei è sorretta da due uomini  che l'amano profondamente e che rappresentano lo spirito e la carne  per poter permettere al   destino che l'attende il suo compimento.
Bellissimo questo quadro, in cui tutto sembra compiuto.
Pubblicato da Anna Ascione-diritti riservati

mercoledì 19 novembre 2014

Eugene Ionesco, incontro indimenticabile

 Eugene Ionesco :scrivo per ritrovare il meraviglioso della mia infanzia

Ha uno sguardo simpatico  pensai di lui mentre lo guardavo uscire   dal suo albergo a Rimini, quel grande scrittore  era proprio li davanti a me,  Eugene Ionesco, scendeva le scale  e camminava incerto appoggiandosi   ad un bastone,con un viso aperto e gioioso, sotto  il suo berretto da marinaio, lo assalii con  la mia macchina fotografica e  il drammaturgo francese mi sorrise divertito,  concedendomi qualche   minuto.  Cosi la sua immagine è diventata mia e mi concesse di riprenderlo  fuori dalla mischia del Meeting di Rimini, dove avrebbe tenuto una relazione con due geni del teatro francese, la signora Madaleine Raunaud e Jean-Lous Barraut dal titolo"il bambino,  il paradiso e il teatro".
Jonesco è stato tra i massimi esponenti della letteratura contemporanea.

Ricordo alcune delle sue parole: " scrivo per ritrovare il  meraviglioso della mia infanzia" quella gioia al di là del dramma, la freschezza al di là della durezza,dove tutto era fresco e puro. Tutte le sue opere hanno dentro questa nostalgia :" io cerco un tesoro caduto nell'oceano, perduto nella tragedia della storia...questa luce si trova al confine di un assoluto che prima perdo e poi ritrovo.
Ionesco è stato un uomo pieno di domande, ha dedicato la sua vita a cercare risposte, per questo è diventato un grande, un maestro.
Eugene Ionesco Rimini 1988
Eugene Ionesco Rimini 1988

Eugene Ionesco Rimini 1988
Eugene Ionesco Rimini 1988
Eugene Ionesco Rimini 1988
Eugene Ionesco Rimini 1988
Eugene Ionesco Rimini 1988
Eugene Ionesco Rimini 1988

"Ma si è veramente sinceri quando non si è nello stesso tempo originale e universali? E' poi cosi facile essere sincero? La sincerità è profonda, ed è in se stessi che si trova l'originalità della propria sincerità, non negli altri. Tuttavia, essa deve essere riconosciuta dagli altri che si identificano in essa. L'opera d'arte non può essere nè espressione di un caso troppo particolare, nè di una ripetizione, nè una imitazione. Questa è la sua legge paradossale, questo è il paradosso del criterio artistico. Soltanto in noi stessi si trova quello che è profondamente personale e quello che è universale."

Concluse con queste parole il suo intervento a Rimini Eugene Jonesco nel 1988.

Pubblicato da Anna Ascione-diritti riservati

mercoledì 12 novembre 2014

Fotografia:Frank Horvat fra moda e paesaggio alla ricerca del momento perfetto

foto di Frank Ovart

 Frank Horvat  tra moda e paesaggio

"Una buona fotografia è l'accettazione di un frammento di realtà da parte dello spirito in un istante privilegiato"

Istriano di nascita, Frank Horvat è nato ad Abbazia nel 1928, ha vissuto in Italia, India, Gran Bretagna, Stati Uniti e Francia.Pubblica le sue foto su Life, collabora con l'agenzia Black Star e con Magnum. Nel 1975 si occupa di moda per Vogue, Harper's Baazar, Elle, dedicandosi contemporaneamente alla sua opera creativa personale.

Nel 1976 ha realizzato una serie di fotografie di paesaggi a colori dedicate agli alberi, il tema dell'albero ha un ruolo importante nella storia della fotografia, basta ricordare la serie di Atget o di Roger-Patzch agli inizi del secolo.. Horvat su questo pubblicò una monografia stampata dl titolo " The Tree"

La visione di Horvat, non corrisponde al realismo romantico francese e nemmeno alla fredda obbiettività tedesca. Ma alla visione introspettiva di autori come Minor White. Horvat ha dedicato la sua vita a cercare il momento perfetto, quel punto di vista in cui le cose si ordinano :" l'ordine è certamente una delle mie parole chiavi, se c'è qualcosa che vorrei lasciare dietro di me, è un poco più ordine, non oserei dire nell'universo, ma almeno nella piccolissima parte di universo che posso inquadrare nel mio mirino." 

Guardando le sue foto, mi viene da pensare che un momento perfetto è quando poesia,  grazia ed eleganza si incontrano in un click.

Pubblicato da Anna Ascione-diritti riservati


Frank Horvat-window Cotignac 2002
foto di Frank Horvat

foto di Frank Horvat
foto di Frank Horvat
foto di Frank Horvat

giovedì 6 novembre 2014

Dalla fotografia all'immaginazione, alla conoscenza

Immagine, immaginazione e conoscenza




Si può imparare senza l'immaginazione? No, per conoscere bisogna imparare ad immaginare e il compito delle arti visive è proprio questo.Possiamo immaginare i campi di concentramento dopo che abbiamo visto le foto,  possiamo immaginare il crollo delle torri gemelli ecc.. perchè abbiamo visto le immagini,  posso immaginare il volto di uno sconosciuto se guardo la sua fotografia.  Immagine- immaginazione e conoscenza sono collegate.
Cimon della Pala-rappresentazione reale della realtà
La fotografia però non è solo questa testimonianza del reale, anche se basterebbe e non ne potremmo fare a meno.La scoperta della fotografia ha portato a una rivoluzione della percezione e della cognizione,una frattura culturale che ha modificato lo sguardo dell'uomo, ma non è solo una rappresentazione del reale per cui  la domanda seria da affrontare è: in che modo la macchina fotografica e i media hanno sviluppato e modificato il nostro modo di vedere le cose? 

L'obbiettivo fotografico ha come fine quello di sottrarre al caos la percezione delle cose e di renderla soggettiva,evidenziando l'importanza dell'immagine non come cosa fra le cose o come copia di un originale, ma trasformata dall'immaginazione e poi data  alla conoscenza. Qui bisognerebbe aprire l'importanza dell'immagine pubblicitaria e di quanto sia stata fondamentale per creare consumi, moda, posti di lavoro e benessere per esempio. Oppure l'immagine nelle campagne elettorali, quanto è fondamentale per il candidato o per  il cinema e lo spettacolo, dobbiamo essere cosciente di quanto tutte queste immagini creino tendenze e  economia.  Immagine e conoscenza vanno di pari passo, per questo creare delle immaginazioni o fantasie, spesso è il compito di chi detiene il potere dei media e con questa potenza fra le mani  è in grado  di condizionarla.
Pubblicato da Anna Ascione-diritti riservati

sfratto a Napoli- foto documentativa di reportage
Uno sguardo in movimento sulla città-foto realizzato con effetto mosso su un angolo di Milano
Sydne Rome fotografata in studio. Immagine interpretata attraverso le luci, l'abito e il trucco.
Castello a Milano
In questa foto è evidente la mia interpretazione del soggetto, perchè è stata elaborata attraverso l'uso di filtri e scattata in diapositiva. 


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