sabato 28 giugno 2014

Riccardo Muti : investire in cultura e bellezza per salvare l'anima del popolo.

Riccardo Muti

Riccardo Muti e la necessità della bellezza.


Se togliamo ai nostri figli la possibilità di avvicinarsi all'arte, alla poesia, alla bellezza, in una sola parola alla cultura, siamo destinati a un futuro di gente superficiale e pericolosa. Per questo occorre difendere un settore che non esiste per dare dei profitti, ma per parlare direttamente alla gente. Sottolineo che un’orchestra sinfonica costa molto, ma molto meno di un giocatore di calcio.
I dittatori hanno sempre cercato di chiudere la bocca agli artisti e agli intellettuali, perché la cultura, nonostante l’imbarbarimento estetico al quale stiamo assistendo, continua a essere l’anima del popolo.

L’Europa ha alle spalle una storia importantissima, sul piano culturale è stata a lungo leader nel mondo. Ora non può dimenticarlo:per risalire e tornare propositiva, basterebbe che i governi dei vari Paesi togliessero un po’ di denaro alle cose superflue e lo destinassero prima all'educazione, poi all'educazione e quindi all'educazione.
Riccardo Muti.

Ho trovato nel web queste affermazioni del maestro Muti, le ho sentite cosi mie che ho deciso di inserirle in questo blog. Il maestro Muti esprime un pensiero importantissimo su cui dobbiamo riflettere e non farci portare via la bellezza e la cultura da un potere politico che ci sta portando verso l'imbarbarimento estetico e morale.
Pubblicato da Anna Ascione-diritti riservati

mercoledì 25 giugno 2014

Fotografia:la fantasia del creato nella potenza e la fragilità dei fiori

Fotografia: la potenza e la fragilità dei fiori


La potenza e la fragilità di un fiore, daranno sempre all'occhio umano un senso di bellezza e  come diceva Rodin:" ogni fiore ha un parola cordiale che la natura  rivolge verso l'artista". 
I fiori sono un soggetto semplice da fotografare, sono belli, contengono forma e colore, vivono nella loro scenografia naturale dove si nascondono  colori che fanno da corollario alla loro bellezza. Sono sempre stata stupita dalla loro forma,  dell'infinita fantasia della creazione che nessuna mente umana avrebbe potuto inventare.  Fanno parte di quel particolare che va oltre la nostra intelligenza perchè  ci immette nell'infinita realtà della natura, in quella potenza che è sempre accompagnata da una fragilità  la quale essendo delicata, è bisognosa di cure e  rispetto.Dante diceva  che:" tre cose ci son rimaste del paradiso: le stelle i fiori e i bambini"   e forse è per questo che i fiori sono da sempre associati all'amore....che da sempre è potente e anche fragile e che se non viene curato  appassisce, come ci insegna la natura con i suoi bellissimi fiori.

E' molto più facile cogliere il particolare di un fiore o di una pianta in studio piuttosto che all'aperto. Qui, infatti, anche il più leggero soffio di vento può muovere la composizione, la luce si rivela spesso inadatta e l'ambiente difficile anche per il fotografo esperto.Bisogna stare attenti al calore delle lampade che potrebbero far appassire i fiori.
Anna Ascione diritti riservati.

fiore
fiore

fiore
fiore

fiore
ape e fiore


crisantemi
fiore
fiore
rosa

crisantemi coreani
ape e fiore

fiori




venerdì 13 giugno 2014

Grandi fotografi: Genova una mostra ricorda Robert Capa a 100 anni dalla sua nascita

Robert Capa e il suo occhio artistico

Dal  6 giugno al 5 ottobre 2014  è aperta a  Genova al palazzo Ducale, una mostra per ricordare il grande fotografo Robert Capa nato a Budapest 100 anni fa.

Ha fondato insieme ai suoi amici Henri Cartier Bresson, David Seymour, George Rodger e William Vandivert l'agenzia  fotografica cooperativa " Magnum ".

Robert Capa ( immagine web)
Robert Capa attraverso il suo occhio artistico ci ha lasciato numerose testimonianze fotografiche: negli anni 30 fotografa i  tumulti di Parigi del fronte Popolare, la Spagna delle guerre civili, dove   con la sua compagna  Gerda Taro  fotografa la resistenza di Madrid e durante la battaglia di Brunete  lei cade e muore  nella confusione  della folla, rimanendo schiacciata da un carro armato del governo spagnolo. Capa che sperava di sposarla, non si solleverà mai più da questo dolore.
Poi, si trasferisce in Cina per documentare la resistenza contro l'invasione giapponese,  dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale e alcuni mesi trascorsi in Messico, inizia collaborare per la rivista "Life" per fotografare la campagna presidenziale e le elezioni .Subito dopo lo vediamo a bordo dei convogli dei trasporti aerei americani in Inghilterra, dove realizza numerosi servizi sulla guerra  e nel marzo del 43 si sposta in Sicilia dove fotografa i successi militari degli alleati fino alla liberazione di Napoli.Capa continua la sua marcia, il 6 giugno sbarca con il primo contingente delle forze americane a Omaha-Beach in Normandia e poi si mette al seguito delle truppe americane e francesi che si conclude il 25 agosto con la liberazione di Parigi.

Robert Capa ( immagine )
Dopo la guerra si trasferisce a Hollywood, dove scrive le sue memorie di guerra, ma poi capisce che il mondo del cinema non gli piace e si trasferisce per 2 mesi in Turchia dove realizza le riprese di un documentario.
Dal 1948 al 1950 effettua 3 viaggi in Israele e nel 1954 trascorre 3 mesi in Giappone, giunge ad Hanoi per fotografare la guerra dei francesi in Indocina, il 25 maggio mentre accompagnava una missione militare francese da Namdinh al delta del Fiume Rosso, durante una sosta si allontana in un campo e purtroppo calpesta una mina anti-uomo e rimane ucciso.
A uomini come Robert Capa,noi tutti dobbiamo dire grazie, perchè le sue immagini restano nel tempo e ci rendono la testimonianza umana e terribile della guerra.

Testo di Anna Ascione diritti riservati le immagini sono tratte dal web.







mercoledì 4 giugno 2014

Fotografia pura e amore per la vita

La fotografia realista


August Rodin scriveva: " I migliori soggetti sono davanti a noi, si tratta delle persone che conosciamo meglio....la cosa principale è essere commossi,  amare, sperare, fremere,vivere. Essere uomini prima che artisti." 
E il grande scultore ci ha lasciato questa testimonianza nelle sue opere, ma anche nella fotografia che è nata come opera realista, mi ha fatto sempre
 pensare di utilizzare la macchina fotografica per rappresentare la vita e cercare di restituire la vera sostanza e quintessenza delle cose in sè. Cercando di testimoniare attraverso ciò che vedo e incontro la mia commozione, il mio fremito, il mio amore per la vita.Oppure, semplicemente restituire, attraverso l'obbiettivo e un click qualcosa che abita in  questo infinito che ci ospita.Alcuni grandi fotografi sono stati dei veri maestri in questo e lo hanno realizzato attraverso "la fotografia pura" che si chiama "realismo"  dedicando la loro vita al loro pellegrinaggio fotografico. Oggi, grazie a loro abbiamo  un patrimonio artistico e di testimonianza di vita che passa fra le generazioni,  rendendo  quei pezzetti di mondo fotografati immortali nel tempo. Allego a questo post due immagini di una scultura di una donna incinta che ho ripreso alla  Rocca di Angera sul lago Maggiore, che mi hanno colpito moltissimo per il loro simbolismo, che si riallaccia alla proprietà del"materno" contraddistinguendosi nella sua duplice natura, positiva e negativa, della madre amorosa e terribile.
maternità  Rocca di Angera a Varese

maternità Rocca di Angera a Varese
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