mercoledì 26 febbraio 2014

Con la fotografia digitale si stampano meno foto e si rischia di perdere la memoria storica della famiglia.

Con l'avvento del digitale la gente non stampa più le foto e cosi le famiglie stanno perdendo la loro memoria fotografica-storica, questo fatto mi fu predetto da  un dirigente della Kodak di Milano alcuni anni fa e devo dire che ha avuto ragione. . Molti si lamentano che perdono le foto con i guasti del pc,per cui vi ricordo di  sempre di salvare tutto in una memoria esterna, altri mi dicono che non le stampano perchè  sono tante per cui o  rinunciano alla scelta o per non spendere.E cosi  il famoso album familiare degli ultimi anni resta vuoto nel cassetto
 Con il digitale, si scattano  più foto e si usa la macchina fotografica come un registratore, mentre con la pellicola prima di scattare una foto, la gente pensava, cercava l'inquadratura, la luce giusta , perchè la foto stampata doveva risultare giusta e presentabile, non si aveva a disposizione il photoshop per rimettere a posto gli errori. Oggi queste immagini finiscono nei profili dei  social-media, a me personalmente mi danno una noia assoluta e non ne capisco il senso o  il bisogno  di mettersi in piazza ...ma è un mio parere personale.

La Kodak dice che nel mondo vengono scattate 500 miliardi di foto in 1 anno  e nonostante questo enorme numero di scatti, vediamo  grandi multinazionali del materiale fotografico che sono andate in bancarotta o sono in crisi, nel mio piccolo ho assistito alla chiusura di  grandi laboratori fotografici professionali. Condividere le immagini online, cioè consumarle al momento con gli amici dei social è diverso dal conservare la memoria fotografica di una famiglia nel cassetto. Perchè non vi garantisce che dopo anni le vostre foto possano essere condivise dai figli che crescono per esempio o dal parente che vi viene a trovare ecc...la memoria della famiglia è importante nel tempo e non nel momento.  I viaggi rimangono impressi nel cuore e nella mente attraverso le immagini e questo costituisce una ricchezza per chi li ha vissuti.Oppure le cerimonie o i momenti di festa che si condividono in famiglia o fra amici, per cui  il mio consiglio è di scegliere immediatamente le foto che vi piacciono di più,  farle stampare,  riempire il vostro album dei ricordi e di conservarlo gelosamente.
 Anna Ascione

martedì 25 febbraio 2014

Ritratti ad un artista: Walter Valentini il pittore che guardando il cielo è spinto sempre più in là

Ho fotografato Walter Valentini nel 1988 nel suo studio di Milano,  conservo nel mio cuore un bel ricordo del nostro incontro e penso a lui come ad  un uomo semplice, disponibile e sopratutto molto paziente.In questo link trovate la sua biografia .Walter Valentini biografia  . Mi ha affascinato nelle opere del maestro Valentini, il suo interesse per il cielo e la cosmografia e la ricerca attraverso la sua arte  della percezione umana del cosmo e l'incontro del limite umano  che si trova di fronte all'impossibilità di  catturarlo tutto insieme e capire  che si può rappresentare solo a tratti. Questo capita anche a me ,in particolare  nelle mie foto del "cielo" anche io ho capito che posso solo attraverso un particolare  rappresentare  la sua bellezza . Valentini dice :" i miei segni son sempre interrotti" e in queste parole leggo tutto il limite dell'uomo che sente di essere fatto per l'infinito, ma nello stesso tempo capisce che non può possederlo.
Ma, l'uomo è un viandante per vocazione e bisogna che sia spinto sempre più in là e per questo le opere di Valentini ci spingono come lui ha detto, dentro la vocazione del viaggio.
" Bisogna accogliere dentro di noi la vocazione al viaggio, un viaggio spontaneo verso spazi sconosciuti" (Walter Valentini.) Il compito dell'arte è proprio questo, spingere il desiderio umano sempre più in là.

Testo e foto Anna Ascione


Walter Valentini Milano 1988

Walter Valentini Milano 1988

Walter Valentini Milano 1988

Walter Valentini Milano 1988
Walter Valentini Milano 1988




Walter Valentini Milano 1988
                                                 
Valter Walentini Milano 1988



Walter Valentini con la moglie, Milano 1988





" Bisogna accogliere dentro di noi la vocazione al viaggio, un viaggio spontaneo verso spazi sconosciuti" Walter Valentini.

venerdì 21 febbraio 2014

L'emozione del colore di Matisse in mostra a Ferrara

L'emozione di Matisse

"Occorre un grande amore, capace di ispirare e sostenere questo sforzo continuo verso la verità, questa generosità assoluta e questo profondo spogliamento che implica la genesi di ogni opera d'arte. Ma l'amore non è forse all'origine di tutta la creazione?" ( Henri Matisse)
 
Henri Matisse
L'amore per la sua pittura  è passata attraverso sacrifici enormi, ha sempre amato la ricerca della verità che è visibile nella  sua danza pittorica piena di colore e vita. Nel 1905 con la sua prima grande mostra "fauves" viene consacrato fra i più grandi artisti francesi. Matisse deve molto anche ai collezionisti d'arte Leo, Gertrude, Sarah e Michael Stein, si incontrano e  diventano  amici nel 1906,  acquistano le sue opere e lo fanno conoscere agli americani di passaggio a Parigi. Gertrude racconta nel suo libro ( l'autobiografia di Alice Toklas) le cene  a casa sua con Matisse e Picasso, dove li provocava   facendoli sedere di fronte al quadro dell'altro e cosi le serate finivano con delle enormi discussioni e litigi, racconta che non si amavano molto i due grandi artisti!

Dal 22 febbraio si inaugura una mostra in suo onore a Ferrara al palazzo dei diamanti e resterà aperta fino al 15 giugno 2014. Il titolo della mostra è. Matisse la figura,la forza della linea e l'emozione del colore.

Come spiega il sito del palazzo dei diamanti: Oltre cento dipinti, sculture e opere su carta racconteranno l’avventura creativa grazie alla quale Matisse ha dato forma tangibile all’emozione risvegliata dai suoi modelli e al piacere stesso di ritrarli. Un’esplosione di gioiosa vitalità accende le icone giovanili, raggianti di colori puri, e fa danzare l’arabesco dei corpi nei capolavori della prima maturità. Lo stesso slancio percorre le opere dell’ultima fase, dove gli oggetti e l’ambiente sembrano risuonare dell’energia emanata dalla figura.
matisse la figura, palazzo dei diamanti


Una bella occasione per contemplare l'arte di questo grande artista.
Anna Ascione









sabato 8 febbraio 2014

fotografia: lo sguardo che penetra muove le cose

Ci sono verità come quella della scienza, che non mettono in moto la vita.Le verità della vita sono quelle che,penetrando in essa, la fanno muovere ordinatamente; quelle che l'accendono e la traggono fuori da sè,trascendendola e mettendola in tensione.Una vita dispersa e confusa è un vita in una quiete stagnante.Una vita vera sarà invece quella che sa attraversare il suo tempo,essere innanzitutto un modo felice di muoversi nel tempo,senza risultare sottomessa come le cose,tremante come i vegetali o prigioniera come l'animale, ma desta e libera come deve essere l'uomo. ( Maria Zambrano, Verso il sapere dell'anima pag 70)
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Concordo con la  grande filosofa spagnola. Guardo la realtà attraverso l'obbiettivo di una macchina fotografica cerco di penetrarla, lo faccio perchè  mi attrae, mi parla e mi chiama e per questo decido di trattenerla dentro di me e di trasformarla in una immagine per donarla ad altri. La realtà non mi appartiene mai è altro da me, è più grande di me, per questo cerco di stabilire una relazione libera con essa e non di possesso.
Anna Ascione


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